La nostra sarà, per l’appunto, un’indagine alla ricerca di indizi di una “dimensione spirituale”, che possa contribuire a gettare nuova luce sulla fondamentale, quanto controversa, questione dell’esistenza dell’anima e, a seguire, della sua sopravvivenza alla morte del nostro corpo fisico. Si tratterà, in altri termini, di trovare ulteriori prove a conferma del cosiddetto “osservatore nascosto” che, indipendentemente dall’attività o meno del nostro cervello, vive dentro di noi e rappresenta ciò che si definisce la nostra “coscienza”.
Per condurre al meglio una ricerca di tale importanza, procederemo per le seguenti quattro tappe:
1) Indagine per appurare la semplice esistenza del fenomeno.
In un mondo di informazione ipertrofica e, a volte, deformata, le notizie rimbalzano mescolate alle interpretazioni. In passato, grazie al numero limitato delle fonti, era relativamente semplice risalire alla fondatezza di un’informazione e all’autorevolezza del testimone, mentre oggi tutto ciò è molto più complicato. Le leggende metropolitane ed i programmi televisivi di bassa qualità sono un esempio della confusione indescrivibile, cui è opportuno mettere una barriera per evitare il degrado irreversibile della dimensione del “sacro”.
2) Indagine sulla possibilità di frode, che da sempre ha accompagnato ciò che viene presentato come prodigioso.
I prestigiatori in epoca moderna hanno lealmente stupito l’uomo di ogni livello sociale e culturale e sono stati di enorme aiuto per smascherare i loro colleghi sleali e corrotti, che volevano spacciare come miracoloso ciò che, in realtà, era frutto di inganni e d’illusionismo. La loro competenza è necessaria prevalentemente nei casi in cui esistano fenomenologie particolarmente eclatanti.
3) Indagini attraverso gli strumenti della scienza, che ha raggiunto tanti e tali traguardi da poter spiegare un’infinità di fatti ritenuti, in un passato non troppo remoto, miracolosi.
Spesso esistono spiegazioni elementari che vengono semplicemente ignorate, oltre che dall’uomo comune perfino da scienziati esperti in discipline diverse rispetto a quelle attinenti allo specifico caso in esame.
4) Individuazione di fenomeni “genuini”, che aprono alla trascendenza.
Esiste un certo numero di fenomeni, ragionevolmente immuni da ogni possibile frode, che hanno tutta l’aria di sconfinare in un livello di realtà talmente “altro” da spingere ad una fondata apertura alla trascendenza.
Per quanto riguarda quest’ultima categoria, cioè dei fenomeni presumibilmente autentici nella loro difformità strutturale rispetto all’ordinario, va aggiunto che vi si riscontrano a volte elementi, in apparenza secondari, che invece ne costituiscono la chiave di volta. Valga a titolo di esempio il caso di un defunto che appare in sogno ad una bambina, sua compaesana ma non sua parente, e le dice: “Con questi piedi legati non riesco a camminare…” La bambina riporta il sogno ai figli del defunto e costoro esclamano: “È vero! Aveva le gambe divaricate, le abbiamo legate ma non le abbiamo più sciolte…”
Che l’indagine abbia inizio!
E.A. – V.G.
Salve, che bella sorpresa!
Ho appena cominciato a seguirvi e, ammetto, la prima impressione è stata di scetticismo. E’ stata solo una frazione di secondo perché su questo tema ci sto meditando anch’io. Io cerco testimonianze di fondata scientificità sulla trascendenza. I sacerdoti, a cui mi sono rivolta per essere guidata alla interpretazione di “percezioni” che vanno oltre il confine dell’ordinario, mi hanno sempre scoraggiata a prenderle in considerazione. Questa sera alla Messa delle 18:30 nell’omelia il sacerdote, per indurci a sperimentare il “contatto” dell’elemento divino dell’acqua del battesimo e la “cosa” materiale, ci invitava a guardare oltre le stelle, nel profondo del nostro cuore. Premetto che per molto tempo ho considerato i sacerdoti “santi”, con il tempo ho capito che Dio si manifesta con maggiore chiarezza solo con alcuni. Il sacerdote che ha celebrato stasera è un prescelto e non un impiegato (nei confronti degli impiegati non ho nulla da dire perché sono persone che svolgono onestamente il loro “lavoro”, mi piace pensarla così). Seguo le sue omelie da più di tre anni e sta facendo una catechesi molto pertinente alle mie esigenze. A testa bassa traducevo i simboli del codice verbale nel codice iconico, le parole sono diventate spazi reali e ho sperimentato una fulminea virata del raggio vettore proiettato oltre le stelle che è tornato nel mio cuore e lo ha oltrepassato come se fossi stata trasparente. Beh, immaginatemi con un anello di pura aria al posto del cuore. Solo dopo averlo dominato razionalmente, definito i confini né ho acquisito la completa consapevolezza. Prima di andare a Messa avevo recitato il Rosario, fatto i vespri e avevo avuto una breve crisi di pianto che ha predisposto la mente ad operare con quei simboli. Tutta la bellezza della mistica, un’impennata dello spirito verso il trascendente cade nel ritorno a terra con l’espressione di un Calimero. Che tristezza! Devo confessare che mi piace tanto esplorare il trascendente. Ogni volta che ho la fortuna di essere teletrasporta in quella dimensione mi commuovo e piango di gratitudine verso Dio e Gesù.
Buon Lavoro e a presto.
Tina
Grazie, Tina, per il tuo bellissimo commento. Rispetto a quanto dici, vorremmo soffermarci, in particolare, sul concetto di “scetticismo”. Lo scetticismo fa parte sicuramente della nostra esperienza umana, è praticamente impossibile non averne, soprattutto quando si parla di qualcosa che esula dalla nostra esperienza ordinaria, che riguarda i cosiddetti ambiti di “confine”. E’ bello scoprire però che, talvolta, certi fatti, certi incontri “casuali” vengono proprio a toccarci nell’intimo dei nostri legittimi dubbi, lasciandoci un po’ più aperti alla sfera del possibile.
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