L’ispettore Bibula sentiva che Padre Riccardo, Marianna, Isabella e Pisciotta erano ormai la sua famiglia. Gli ultimi avvenimenti, nei quali erano stati coinvolti, avevano fatto rientrare in gioco una parte di lui traumatizzata tanti anni prima dal demone Tuculca. Ormai non era più solo il commissario casinaro o lo Sherlock dall’aspetto logico ma inopportuno e nemmeno il gigantesco grizzly che, come un deus ex machina, risolveva la maggior parte delle questioni spezzando la colonna vertebrale del cattivo di turno. Bibula-Majorana, dopo qualche goffo tentativo di tirare fuori gli artigli, era riemerso dai calcinacci del tempo con tutto il suo genio unico e impareggiabile.
Se Padre Riccardo era Lancillotto, lui era Tristano. Se Marianna era Brunilde – la Valchiria -, lui era Sigfrido. Se Isabella era Nausicaa, lui era Odisseo. Mai più la macchietta ma l’eroe! Era un bellissimo sogno dopo molti anni, anzi molto più di un sogno. Avrebbe sicuramente compreso tutto al risveglio, quando, tra l’altro, avrebbe chiesto a Marianna qualche tipo di melatonina a effetto immediato per le emergenze. In ogni caso, la stima di sé era riemersa alla grande!
Era passato un po’ di tempo dalle loro ultime avventure e alcuni elementi della massoneria deviata si erano pericolosamente riattivati. La storia di Melchisedek non era mai stata pienamente digerita e, dopo il flop a Roma di Locusta forever, si erano convinti che dietro Padre Riccardo si nascondesse qualche potentissima lobby, tipo Opus Dei, ma molto più segreta e ramificata. Alcuni esponenti di questa gente perversa erano ancora legati al Nazismo esoterico e, con il risveglio dei populismi antieuropei, si erano formate congreghe alimentate da ingenti risorse economiche. Il nome nel quale si riconoscevano era Risen Thule. Un brivido aveva scosso l’Europa, costringendola ad un brutale risveglio.