Oramai più che ottantenne, la signora Concettina Iezzi ancora ricorda con estrema chiarezza, come se fosse accaduto giusto ieri, ciò che le capitò quando aveva solo 4 anni.
Dopo una breve presentazione della protagonista del nostro racconto, seguirà, con la naturalezza e l’essenzialità di chi non ha bisogno di aggiungere alcunché alla propria storia, il resoconto di quello di cui fu testimone da bambina, mentre, insieme ai suoi genitori, viveva in una vecchia casa di Napoli, sede di fenomeni inconsueti…
E.A. – V.G.
1A PARTE – “Abitavo in una casa molto grande perché mio padre faceva il sarto…”
2A PARTE – “Stava tanto tempo a giocare con me e con la palla…”
3A PARTE – “Allora tutti hanno visto questa palla sospesa in aria perché loro non lo vedevano…”
Riprese video:
– Canon EOS 5D Mark II, con ottica Summicron 50 mm (Canada)
– Canon EOS 5D Mark II, con ottica Summicron 50 mm (Germania)
– Canon EOS 650D, con zoom Canon EF-S 17-55 mm
Riprese audio: Tascam DR-100 MKII
Luogo: Roma (zona S. Giovanni)
Girato il 2.03.2013
Bhe, che dire… La storia è affascinante, soprattutto se si tiene conto della semplicità con la quale è narrata. Ciò che fa riflettere è, ammesso che esista, la capacità del mondo “metafisico” di interagire con il mondo fisico. Comunque il Padre è stato geniale!
Grazie per il tuo commento. Sì, hai proprio ragione. Ciò che colpisce di più, in questa come nelle altre storie che abbiamo pubblicato o che pubblicheremo più avanti, è la semplicità della narrazione, la loro – direi – sobrietà. Fa davvero pensare… In effetti, cosa si potrebbe aggiungere di più al racconto di un’esperienza che si è realmente vissuta?
L’esperienza stessa?:-)
Caro Adriano, ad ognuno rimane, ovviamente, sempre la libertà di credere o meno alle esperienze raccontate. Ciao.
Molto interessante questo racconto e in genere tutto il sito che finalmente ho avuto modo di visitare a fondo.
Condividendo profondamente le motivazioni e gli obiettivi degli amministratori del sito che ritengo assolutamente degni di fede, voglio raccontare una piccola esperienza che non ho vissuto direttamente, ma raccontata da un sacerdote anch’esso assolutamente degno di fede.
Siamo in Toscana, precisamente nella provincia di Arezzo.
Questo sacerdote era ai suoi primissimi anni di sacerdozio e comincia a notare qualcosa di strano: la mattina al risveglio trova sempre il breviario sullo scrittoio, aperto all’Ufficio del giorno come se fosse stato appena utilizzato.
All’inizio non nota la cosa e tra sé pensa distrattamente di averlo lasciato così la sera precedente. La cosa si ripete e si ripete ancora. Il sacerdote quindi cerca di capire cosa succede e decide di stare all’erta durante la notte. Passa la prima notte ma il sonno ha il sopravvento. Al risveglio stesso scenario. E così dopo diversi tentativi, finalmente alle tre di notte sente lo sfogliare di pagine ed il chiaro suono di un bisbiglio leggero, come di una persona che sta pregando da sola.
E così la notte successiva sempre alla stessa ora e poi ancora una volta.
Il sacerdote intuì che poteva trattarsi di un sacerdote che, allora in Purgatorio, aveva forse tralasciato la preghiera liturgica quando era ancora in questo mondo e che quindi, forse, aveva bisogno di… recuperare.
Questo pensiero lo aiutò molto a convivere con questa silenziosa presenza nel cuore della notte in una canonica del Casentino.
Decise di pregare per quell’anima santa del Purgatorio e di offrire celebrazioni eucaristiche per lui.
Si era ormai abituato a quella discreta presenza e così la notte dormiva ormai tranquillo.
Dopo qualche tempo però una notte si svegliò alle tre come se qualcuno lo avesse delicatamente scosso e sentì chiaramente un sussurro che lo ringraziava per l’ospitalità, per l’uso del breviario e soprattutto per la preghiera e le messe. Lo salutò e gli disse che da quel giorno non ne aveva più bisogno perché sarebbe finalmente salito alla casa del Padre.
Caro Marco, ti ringraziamo per questa interessante esperienza che ci hai voluto raccontare.
Talvolta, in modo inaspettato, può capitare di essere coinvolti in fatti che definire “strani” è troppo riduttivo. Perché proprio a noi? Sicuramente c’è una ragione anche per questo, a noi scoprirla…
Per tornare al caso che ci hai presentato, ci è venuta alla mente una storia capitata, oramai molti anni fa, in un convento di suore in Umbria, vicino Perugia, per la precisione a Montefalco. Anche in questa occasione si trattava di un’anima purgante che aveva bisogno di preghiere di intercessione e che, raggiunto lo scopo, si è accomiatata, ringraziando tutte le suore. E’ interessante notare che questo fatto è stato debitamente annotato, nei dettagli, negli annali del Convento.
Di nuovo grazie e, ci raccomandiamo, continua a seguirci.
Ciao e a presto.
I am doing something of the same interest and will be taking note on this .Thank